GALATEO DELLA NATURA SELVAGGIA:
CAMPEGGIARE CON RISPETTO SOTTO LE STELLE
ARRAMPICARE IN ARMONIA:
CONSIGLI PER LE SCALATE IN NATURA
CONSAPEVOLEZZA IN ACQUA:
PAGAIARE TRA MONTAGNE MAESTOSE
IMPRONTE DI RISPETTO:
ESPLORARE LA MONTAGNA CON CURA
SAGGEZZA IN MOUNTAIN BIKE:
PEDALARE RESPONSABILMENTE, PRESERVARE LA NATURA
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In estate la montagna offre opportunità pressoché infinite di attività, ma occorre anche prestare attenzione. La fauna selvatica è vulnerabile, soprattutto durante il periodo riproduttivo, e i nostri comportamenti rischiano di danneggiare l’ambiente alpino.
Godiamoci quindi le montagne in modo responsabile, consapevoli del nostro impatto sulla natura.
Vivere la montagna responsabilmente:
consapevoli della fragilità
della natura
CONDIVIDI I SENTIERI CON LE MANDRIE AL PASCOLO
AMMIRA L’ALBA SULLE ALPI IN MODO RESPONSABILE
PROTEGGI LE ACQUE ALPINE: SCEGLI L’OMBRA INVECE DI UN TUFFO
Happy Trails, Happy Tails - ESCURSIONI RESPONSABILI CON IL TUO AMICO A QUATTRO ZAMPE
MANTIENI PULITE LE MONTAGNE
RIMANI SUL SENTIERO
ESPLORA LA MONTAGNA IN MODO SOSTENIBILE: SCEGLI I MEZZI PUBBLICI
COSA FARE SE HAI BISOGNO DEL BAGNO IN MONTAGNA
PROTEGGI LA FAUNA ALPINA: LASCIA IL DRONE A TERRA
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Agendo in modo responsabile, contribuisci alla sopravvivenza della fauna selvatica.
Diventi parte della montagna.
Gli animali hanno bisogno di aree tranquille e di rifugi. Rispetta le aree protette e le zone di quiete e non entrare nelle aree di riproduzione segnalate.
Tieni conto di queste zone quando scegli e pianifichi il tuo itinerario.
Segui i sentieri segnalati, gli itinerari consigliati e i tracciati esistenti, in modo che gli animali possano abituarsi alla presenza umana, soprattutto nella foresta e ai suoi margini.
Non seguire le tracce degli animali.
Evita di disturbare, muovendoti silenziosamente e parlando a bassa voce. Evita di ripartire la mattina presto o la sera. Quando vedi o senti un animale, fermati e aspetta che si allontani. Osservalo da lontano.
ISe hai un cane, tienilo al guinzaglio o, meglio ancora, lascialo a casa durante queste attività.
Il tuo impatto sulla fauna selvatica dipende dalle condizioni metereologiche e ambientali, dalle specie e dal periodo dell’anno.
Raccogli le informazioni necessarie e valuta il tuo potenziale impatto sulle specie vulnerabili. Consulta gli strumenti qui sotto.
Qui trovi ulteriori informazioni per fare le scelte giuste quando pianifichi il tuo percorso all’aria aperta.
Valuta le tue condizioni fisiche, utilizza l’attrezzatura adatta e controlla le condizioni meteo prima di uscire.
Non trascurare mai i potenziali rischi, sii umile e datti la possibilità di tornare indietro.
Informati e aggiornati, segui corsi con professionisti per accrescere le tue conoscenze sull’ambiente alpino e impara ad affrontare le situazioni di emergenza.
Prenditi cura della natura e dell’ambiente tutti i giorni.
La natura e l’ambiente sono importanti anche a casa.
Sii un consumatore responsabile.
E ricordati sempre che in montagna
siamo solo degli ospiti.
Mentre noi rimaniamo solo poche ore in montagna, gli animali al pascolo trascorrono diversi mesi sugli alpeggi.
La pastorizia nelle Alpi ha una lunga tradizione e un importante valore culturale; gli animali al pascolo contribuiscono in modo significativo a modellare il paesaggio e ci offrono moltissime specialità regionali, come i formaggi.
Quando incontri una mandria, è importante comportarsi con rispetto.
Mantieni una distanza di sicurezza dagli animali, scendi dalla bicicletta e assicurati di richiudere cancelli e recinti dietro di te.
Ricorda inoltre che i cani da pastore non sono animali da compagnia, ma svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare il pastore e nel proteggere il bestiame dai predatori.
Avvicinati con calma e rispetto, mantenendo sempre una distanza adeguata.
Assistere all’alba o al tramonto in montagna è un’esperienza magica.
Questi momenti della giornata, che a noi offrono spettacoli meravigliosi, hanno però una grande importanza per la fauna selvatica, poiché è proprio allora che gli animali sono più attivi e vanno alla ricerca di cibo.
Disturbi causati dalla presenza umana in questi orari possono interferire con i loro comportamenti naturali.
Allora, perché non scegliere di passare la notte in rifugio invece di affrontare la salita o la discesa durante il crepuscolo?
In questo modo, potremmo godere sia dell’alba che del tramonto e poi scaldarci sorseggiando qualcosa di caldo. È una scelta vantaggiosa per tutti: per te e per gli animali.
I laghi di montagna sono tra i punti forti di ogni escursione: regalano splendidi panorami e un piacevole sollievo nelle giornate più calde.
Ma sono anche ecosistemi vitali, che ospitano una grande varietà di piante e animali. Fare un tuffo in un lago di montagna, per quanto invitante, può alterare questo delicato habitat.
Inoltre, sostanze come creme solari o altri prodotti per la cura personale che potresti disperdere nell’acqua rischiano di avere un ulteriore impatto sull’ecosistema.
Piuttosto che tuffarti nel lago, trova un posto ombreggiato nelle vicinanze per rinfrescarti.
Così potrai goderti la bellezza del lago senza disturbare i suoi abitanti o introdurvi sostanze potenzialmente dannose.
Il tuo cane ama la montagna quanto te ed è un compagno fidato in ogni tua escursione?
Fantastico! Ma ricorda alcune attenzioni importanti, in modo che l’escursione sia un’esperienza piacevole per tutti: per te, per il tuo cane, e per gli altri animali della montagna.
Tieni il tuo cane al guinzaglio, rimani sui sentieri segnalati e rispetta le aree protette in cui i cani non sono ammessi. Lasciarlo gironzolare liberamente potrebbe disturbare la fauna selvatica e spingerla a fuggire.
Se ti avvicini a una mandria al pascolo, presta particolare attenzione, mantieni le distanze e tieni calmo il tuo cane. Inoltre, non dimenticare che i cani da pastore non sono compagni di gioco: potrebbero anzi percepire il tuo cane come una minaccia per il bestiame.
Assicurati anche di riportare a valle i rifiuti naturali del tuo cane, per smaltirli correttamente laggiù.
Quando sei in montagna, assicurati di non lasciare tracce del tuo passaggio.
Riporta tutti i tuoi rifiuti a valle.
E ricorda che anche scarti di cibo, come le bucce di banana, per quanto sembrino naturali e biodegradabili non appartengono all’ambiente montano.
Mantenere pulite le montagne significa preservarne la bellezza.
Anche se noi trascorriamo solo qualche ora in montagna, questi paesaggi preziosi ospitano numerose specie di animali e piante e rappresentano ecosistemi vitali. È necessario preservare al meglio questi habitat, poiché molte specie alpine dispongono di aree rifugio limitate e sono esposte a gravi minacce.
È sufficiente restare sui sentieri segnalati durante le nostre attività in montagna per ridurre al minimo i disturbi alla fauna selvatica, evitare ulteriori frammentazioni e distruzioni di habitat e contribuire a preservare questi tesori naturali.
Ma non è solo una questione di conservazione: è anche una questione di sicurezza.
In caso di incidenti o di imprevisti, rimanere sui sentieri segnalati facilita le operazioni di localizzazione e soccorso.
Facciamone una regola: restiamo sui sentieri, per il bene della natura e per la nostra sicurezza.
Partire per un’avventura in montagna è sempre emozionante, ma pensiamo alche al nostro impatto sull’ambiente.
Viaggiare in auto (soprattutto da soli) non solo genera CO2 ma contribuisce anche al caos nelle valli alpine già congestionate e al sovraffollamento dei parcheggi: scegliere i mezzi pubblici apre un mondo di possibilità ecologiche.
Immagina: niente stress per il parcheggio, nessuna preoccupazione per il suo costo e, alla fine di un’escursione epica, puoi rilassarti su un bus o un treno, lasciando che sia qualcun altro a guidare.
In più con i mezzi pubblici puoi scoprire nuovi percorsi e possibilità, come audaci traversate che non altrimenti non avresti mai preso in considerazione.
L’avventura in montagna non sta solo nell’arrivare in vetta, ma anche in come la si raggiunge!
Quando si trascorre del tempo in montagna, prima o poi arriva il momento in cui la natura chiama.
Ma anche “andare in bagno” all’aperto richiede di non lasciare tracce. Ecco come farlo in modo responsabile:
Seguendo questi accorgimenti, non solo metterai in pratica un comportamento responsabile, ma mostrerai anche rispetto per l’ambiente e gli altri escursionisti.
La flora, la fauna e gli altri tuoi compagni di avventura ti ringrazieranno.
Far volare i droni in montagna ci regala le ali degli uccelli, offrendoci una visione unica su paesaggi remoti e angoli nascosti, irraggiungibili a piedi.
Tuttavia, essi rappresentano un rischio concreto per la fauna alpina, e in alcune aree il loro utilizzo è vietato.
Gli animali che vivono a terra vengono disturbati dal rumore e possono scambiare i droni per uccelli predatori, reagendo con stress e fughe inutili.
Allo stesso modo, i droni possono interferire con i comportamenti naturali degli uccelli, soprattutto nel periodo di nidificazione, con il rischio che abbandonino il nido e i loro piccoli.
Nel peggiore dei casi possono verificarsi collisioni tra droni e uccelli, che mettono in estremo pericolo questi ultimi.
Considerati i rischi, vale davvero la pena sacrificare la pace e la sicurezza della fauna alpina per qualche scatto?
Rispettiamo le aree rifugio di montagna, in particolare quelle che sono inaccessibili a piedi.
Lasciando il drone a casa, garantiamo serenità non solo alla fauna selvatica ma anche a noi e ai nostri compagni di avventura che cercano tranquillità in vetta.
E poi, chi ha bisogno di un peso in più nello zaino?
Passare una notte in montagna sotto il cielo stellato è un’esperienza mozzafiato, ma assicurati che sia soltanto tu a restare senza fiato per la bellezza, e non la fauna selvatica a causa della tua presenza. Quando ti accampi, anche solo per una sola notte, stai entrando nella camera da letto degli animali, dove preferiscono non essere disturbati. Perciò assicurati di fare silenzio, mantieni una distanza sufficiente dalle fonti d’acqua e non lasciare tracce del tuo passaggio, come rifiuti o piante calpestate.
Ricorda, campeggiare o bivaccare non è consentito ovunque, quindi verifica e rispetta le regole e le leggi del paese o della regione in cui ti trovi.
Preferisci arrampicare al sole e all’aria aperta piuttosto che in palestra? Ecco alcuni consigli per vivere la tua avventura in armonia con la natura e la fauna selvatica: non lasciare tracce, porta via i tuoi rifiuti e segui i sentieri tracciati durante l’avvicinamento. Anche se a prima vista, la roccia può sembrare priva di vita, essa ospita in realtà licheni, piante e animali, perciò fai attenzione alle tue prese - non soltanto per la tua sicurezza, ma anche per rispettare e proteggere la flora e la fauna che abitano questo ambiente ostile.
È particolarmente importante non disturbare gli uccelli che nidificano e si riproducono tra le rocce, poiché un solo disturbo è sufficiente per indurre uccelli come il gipeto ad abbandonare i loro nidi.
Controlla le informazioni locali sugli uccelli nidificanti e rispetta sempre le chiusure (temporanee), in modo che gli uccelli possano riprodursi e allevare i loro piccoli con successo. Con queste attenzioni in mente, la tua avventura di arrampicata responsabile può iniziare.
Se vuoi osservare le montagne da una prospettiva diversa, perché non farlo dall’acqua? Kayak e canoe ti permettono di pagaiare immerso nella natura, offrendo una quantità di nuove vedute ed esperienze emozionanti. Tuttavia, ricorda che in alcuni corsi d’acqua attività come il kayak o lo stand up paddle (SUP) possono essere vietate in modo temporaneo (durante la stagione riproduttiva) o permanente. Se sei in acqua e hai bisogno di una pausa, meglio raggiungi esclusivamente le aree designate. Le rive ghiaiose, per esempio, sono habitat per uccelli che nidificano proprio in questo ambiente, come il piro piro piccolo, e che preferiscono non essere disturbati durante la riproduzione e l’allevamento dei loro piccoli.
Presta quindi attenzione ai segnali che indicato la presenza di uccelli nidificanti e, se necessario, pagaia ancora per qualche metro fino a trovare un punto di approdo che non disturbi la fauna selvatica.
Che tu preferisca esplorare la montagna camminando o con un po’ più di velocità facendo trail running, vivere questi luoghi a piedi permette di creare una connessione unica con la natura. Ma mentre ti immergi in queste avventure, ricorda di farlo con rispetto. Presta attenzione alla fauna selvatica e agli animali al pascolo, lasciandoli indisturbati nel loro habitat. Non lasciare tracce del tuo passaggio, porta via i tuoi rifiuti e rispetta la bellezza naturale dei sentieri. Se sei consapevole del tuo impatto, potrai garantire che anche gli altri godano della montagna quanto te.
Dopo una salita impegnativa, la ricompensa ti attende in vetta con panorami mozzafiato e una discesa emozionante. Anche se la velocità è parte del divertimento, tieni ben salda la presa sul freno per poterti fermare velocemente quando necessario. Ricorda che non condividi il sentiero soltanto con altri ciclisti, ma anche con escursionisti, animali al pascolo e fauna selvatica. Resta sui percorsi dedicati alle mountain bike per procedere senza intoppi, evitare conflitti e goderti itinerari pensati proprio per le biciclette. Pedalare fuori dai sentieri o su tracciati stretti porta a una maggiore erosione del suolo, danneggia l’ambiente alpino e causa alti costi per il mantenimento delle infrastrutture. Perciò pedala responsabilmente per proteggere le bellezze naturali delle montagne.
Con l’arrivo delle e-mountain bike, ora potresti avere la resistenza necessaria per esplorare ancora di più e coprire distanze più grandi. Ma questa nuova capacità rappresenta anche un problema, poiché consente l’accesso ad aree molto sensibili, che in precedenza erano remote e poco frequentate. Inoltre, il peso maggiore delle e-bike può accentuare l’erosione del suolo e il deterioramento dei sentieri. Tieni sempre a mente questi aspetti per pedalare in modo responsabile.
Il cervo rosso, noto anche come "principe delle Alpi", è il più grande ungulato delle Alpi, con un peso che può raggiungere la mezza tonnellata nei maschi. È un animale sociale, che trascorre la maggior parte della sua vita in branchi di maschi o di femmine, con i due sessi che si riuniscono solo durante la stagione del rut. I maschi possono talvolta essere uditi con il loro caratteristico ruggito durante la stagione degli amori, che deriva dall'adattamento agli ambienti boschivi (a differenza degli alci americani che si adattano agli ambienti aperti). Il ruggito è più comunemente udito alle prime luci dell'alba o alla sera tardi.
Si trova nelle foreste temperate, nei boschi aperti e nelle zone rocciose delle montagne. Cerca soprattutto la tranquillità e un facile accesso al cibo. Si trovano generalmente al di sotto del limite degli alberi, anche se possono nutrirsi al di sopra di questa altitudine durante l'estate. Dopo la stagione riproduttiva, verso la metà di ottobre, tendono a migrare verso i versanti più soleggiati delle valli.
Durante i periodi più rigidi dell'inverno, il metabolismo del cervo rallenta notevolmente per risparmiare energia. Può anche rallentare notevolmente la frequenza cardiaca e abbassare la temperatura corporea per risparmiare energia preziosa, riducendo il suo dispendio di circa il 17% e aiutandolo a sopravvivere in climi molto freddi.
Purtroppo, il cervo rosso è stato a lungo cacciato dall'uomo e anche la deforestazione e l'espansione urbana rappresentano una minaccia importante, in quanto le sue aree di alimentazione e di riproduzione sono sempre più ridotte. Anche le barriere infrastrutturali come le strade, che rappresentano una minaccia di collisione e frammentano gli habitat, costituiscono un problema. Naturalmente, le perturbazioni invernali, come gli sport sulla neve, possono essere particolarmente dannose per i cervi, poiché il loro organismo si sta già adattando alla perdita di fonti energetiche riducendo in modo massiccio la frequenza cardiaca, la temperatura interna e il metabolismo. Se un cervo è costretto a fuggire a causa di un disturbo umano, ciò rappresenta una notevole perdita di energia e di sforzi per l'animale, che consuma riserve cruciali per i mesi invernali. Il disturbo può anche avere un'influenza negativa sulla nascita dei cerbiatti.
Prince of the Alps | Animal Guide: Red Deer | Nature | PBS
Red deer - Swiss National Parc (nationalpark.ch)
Grazie alla sua leggerezza e alle zampe pelose, la lepre di montagna può correre molto velocemente (fino a 60 km/h) conservando la sua energia. È un animale notturno che riposa durante il giorno. Il suo mantello è marrone con la coda bianca in estate, ma può diventare completamente bianco in inverno, a seconda della temperatura. Spesso le prime tracce di animali visibili sulla neve fresca al mattino sono quelle di una lepre di montagna.
L'habitat principale della lepre di montagna sono le aree montane al di sotto del limite delle nevi; ama particolarmente le creste rocciose e i pascoli alpini. Vive ad altitudini comprese tra i 1.000 e i 3.000 m e si adatta facilmente ai cambiamenti delle condizioni.
Durante l'inverno, le lepri si nutrono della corteccia degli alberi, delle gemme e persino dei rami. Sebbene tendano a spostare il loro habitat su cenge spazzate dal vento e prive di neve, a volte scavano tane nella neve e sono generalmente molto meno attive che in estate. Le lepri di montagna si riuniscono in gruppi quando il manto nevoso è spesso, per ripararsi o nutrirsi nei punti in cui la neve bassa permette di raschiare, rivelando eventuali piante sottostanti.
Qualsiasi disturbo è sinonimo di stress per la lepre. Se la fase di riposo naturale della lepre viene interrotta, essa inizia a muoversi, spendendo energia preziosa. La lepre si nasconde e osserva, poi vola via quando ritiene che la minaccia sia troppo grande (anche se il suo raggio di volo è di pochi metri). In questo modo, la lepre consuma fino a un quinto di energia in più, una perdita che riesce a malapena a compensare a causa delle limitate risorse alimentari. Il disturbo aumenta anche il rischio di riproduzione e di predazione della lepre.
La pernice bianca ha zampe soffici e piumose e, a differenza della maggior parte degli uccelli che hanno solo due piumaggi, presenta tre diversi colori di piumaggio durante l'anno. In inverno, il suo piumaggio molto folto è bianco, tranne che per la coda nera, che la mimetizza nella neve. In estate è marrone e spesso striato, mentre in autunno è più grigio e screziato. L'uomo è la principale minaccia per queste specie, prima di qualsiasi predatore alpino o della mancanza di cibo.
La pernice bianca predilige le alte quote e un habitat più arido. In inverno, il suo habitat comprende pendii arbustivi e pareti rocciose vicino al limite degli alberi, in luoghi dove la vegetazione è esposta sotto la neve. Mentre le femmine tendono a ripararsi sotto le chiome, i maschi continuano a frequentare l'ambiente alpino. In primavera e in autunno, questi uccelli scelgono paesaggi aperti con scarsa vegetazione, spesso territori rocciosi che offrono un punto di vista vantaggioso, in modo che i maschi possano facilmente tenere d'occhio le femmine e il loro stormo. I pulcini rimangono generalmente a nidificare su creste aperte, in modo da poter trovare più facilmente vie di fuga in caso di pericolo.
Durante l'inverno, la pernice bianca migra in stormi verso le valli o le zone più basse delle Alpi, abbandonando le alture dove nidifica nei periodi più caldi. Il piumaggio è più spesso e più bianco durante l'inverno, permettendo loro di mantenersi più caldi, e le loro caratteristiche zampe piumate agiscono come racchette da neve, fornendo una superficie più ampia per facilitare gli spostamenti sulla neve fresca o polverosa. Poiché gli adulti si nutrono principalmente di vegetazione, in inverno il cibo scarseggia. Tuttavia, a differenza di molte altre creature alpine, la pernice bianca non accumula riserve per l'inverno.
La pernice bianca è minacciata soprattutto dallo sviluppo di attività turistiche invernali, come gli sport sulla neve e le escursioni con le racchette da neve, che causano disturbo durante il periodo di riposo invernale, e dall'escursionismo o dal pascolo del bestiame durante la stagione riproduttiva. Anche la costruzione di infrastrutture come le stazioni sciistiche, che possono distruggere gli habitat, e gli impianti di risalita, che causano collisioni a mezz'aria, nonché il conseguente disturbo derivante dalla creazione di piste e sentieri motorizzati, (per non parlare del bracconaggio e della caccia eccessiva) sono minacce importanti per la specie, soprattutto quando il picco della stagione di caccia coincide con la stagione riproduttiva. Gli effetti della caccia incontrollata e dell'aumento delle infrastrutture umane stanno determinando un declino della popolazione della specie, che rappresenta una potenziale minaccia per la sua presenza sulle Alpi. Di fronte al pericolo, l'uccello preferisce rimanere immobile prima di fuggire. È quindi un uccello facile da osservare, ma anche molto sensibile alla caccia. Oltre a queste minacce, la pernice bianca è una delle specie più sensibili al riscaldamento globale. Rifugiandosi nelle zone più fredde, e quindi più alte, si isola, con il rischio di indebolire la sua popolazione.
Altre letture:
Lagopède alpin - Lagopus muta (oiseaux.net)
Le Lagopède alpin | Observatoire de la biodiversité de Savoie (biodiversite-savoie.org)
Lo stambecco alpino è una capra selvatica di montagna con ottime capacità di arrampicata. Vive in alta quota sulle Alpi e ha un mantello grigio-marrone con una striscia scura lungo la schiena. I maschi hanno corna lunghe e imponenti, con creste e curvatura all'indietro, mentre le femmine hanno corna più corte e lisce. Gli zoccoli affilati permettono loro di arrampicarsi e saltare senza sforzo tra i costoni rocciosi. Sono noti per frequentare le pareti delle dighe per leccare il sale e il muschio lasciati dall'acqua. Sono animali molto socievoli e comunicativi, che vivono in sistemi gerarchici all'interno dei loro branchi.
L'habitat preferito dello stambecco alpino è il terreno accidentato e scosceso delle regioni rocciose della montagna che costeggiano la linea della neve sopra le foreste alpine. Per la maggior parte dell'anno, tuttavia, maschi e femmine occupano solitamente habitat diversi: mentre le femmine tendono a rimanere negli ambienti più ripidi, i maschi possono essere visti frequentare i prati verdi durante le stagioni più calde, spostandosi ad altitudini più elevate quando le temperature si alzano. Se non è caduta neve e le popolazioni sono dense, i maschi possono aggirarsi nei boschi, tra i larici e gli abeti rossi.
Durante l'inverno, entrambi i sessi preferiscono le medie altitudini. I maschi possono trascorrere il loro tempo nelle foreste di conifere o spostarsi con le femmine su terreni ripidi e rocciosi, come le scogliere a strapiombo rivolte a sud, dove la neve è più scarsa, utilizzando grotte e sporgenze delle scogliere come riparo.
In passato lo stambecco alpino è stato purtroppo vittima del bracconaggio, a causa delle sue maestose corna, che si pensava avessero proprietà medicinali. Oggi, le principali minacce che devono affrontare sono la suscettibilità alle malattie, i parassiti e i predatori come la lince e l'aquila reale, che rubano i loro piccoli. Questo li costringe a insediarsi in prati più grandi e più vicini agli insediamenti umani, con conseguenti incroci con le capre domestiche e disturbi da parte dell'uomo. Questi ultimi includono le escursioni o gli sport sulla neve in inverno, quando il cibo è scarso e l'energia è bassa, il che significa che sfuggire alle attività umane e al disturbo impedisce di risparmiare energia durante i mesi più bui. Questi fattori hanno portato a un declino delle popolazioni di stambecchi, quindi l'uomo deve fare attenzione al suo impatto.
Altre letture:
Alpine Ibex - Facts, Diet, Habitat & Pictures on Animalia.bio
Il camoscio è il simbolo del regno animale nelle Alpi, capace di velocità di corsa e salite impressionanti. Più schivo dello stambecco, il camoscio è più visibile durante il periodo della muta, ma il disturbo umano ha un effetto negativo sulle riserve energetiche dell'animale, che sono preziose e scarse durante i mesi invernali.
Il camoscio vive principalmente al di sopra del limite degli alberi, su ghiaioni e prati, ma può anche vivere nelle foreste tutto l'anno. In estate, i camosci tendono a spostarsi ad altitudini più elevate, mentre in inverno si spostano verso la foresta, i pendii o i pascoli di montagna, dove c'è meno neve e maggiori possibilità di trovare cibo. Quando c'è molta neve, preferiscono i pendii ripidi e ventosi, dove la neve resiste meno bene. Contrariamente a quanto si crede, non sono animali esclusivamente di montagna e sono piuttosto indifferenti all'altitudine. Sono stati segnalati avvistamenti nella regione PACA, tra i 40 e i 3260 metri.
Data la scarsità di risorse alimentari, i livelli energetici dei camosci devono essere mantenuti. Possono perdere fino al 50% del loro peso durante i mesi più freddi, poiché utilizzano tutte le riserve di grasso delle stagioni più calde alla ricerca di cibo, ed esauriscono tutte le loro riserve energetiche in primavera. La severità delle condizioni climatiche invernali, in particolare in presenza di un'abbondante copertura nevosa, ha un forte impatto sui tassi di mortalità, ma questo è generalmente compensato negli anni in cui la neve è scarsa.
La principale minaccia per il camoscio è rappresentata dalla caccia incontrollata e dal bracconaggio. Anche la predazione da parte delle aquile è una minaccia, così come le dure condizioni dei mesi invernali. Il loro livello di esaurimento energetico durante l'inverno significa che il disturbo umano, che causa la fuga, ha un impatto negativo sulla loro capacità di immagazzinare riserve energetiche vitali per i periodi più freddi. L'esaurimento energetico durante l'inverno è una delle principali cause di mortalità, in particolare per i giovani camosci, che hanno un tasso di sopravvivenza invernale di appena il 50-70%. Il disturbo umano deve quindi essere evitato a tutti i costi, per non spaventare le creature o farle fuggire inutilmente.
Altre letture:
Chamois | Parc national du Mercantour (mercantour-parcnational.fr)
Il gallo forcello è famoso per le sue manifestazioni di dominanza, durante le quali il maschio allarga la coda e si pavoneggia emettendo suoni e fischi acuti. È vulnerabile al disturbo umano in inverno e necessita di maggiori misure di protezione per evitare il declino della popolazione.
Il fagiano di monte frequenta le foreste di conifere con radure e torbiere al limite superiore degli alberi e si può trovare fino a 2.300 m di altitudine. In estate, o nelle stagioni più calde, tende a dormire sugli alberi o ad appollaiarsi sui rami per riposare durante il giorno, ma preferisce anche gli spazi aperti per cercare potenziali compagni e allevare le nidiate. Tuttavia, si è adattato a una varietà di habitat e frequentemente utilizza aree di transizione tra boschi e radure, come steppe, brughiere, prati o pascoli, quando si trovano in prossimità di campi agricoli.
Durante l'inverno, il fagiano di monte si nasconde nella neve per evitare il freddo notturno. Può trascorrere l'intera notte, e buona parte della giornata se il tempo è brutto, in questo rifugio, risparmiando così energia. Se non c'è molta neve, può rimanere in fitte foreste di conifere, dove almeno ha un migliore accesso alle fonti di cibo. Sulle Alpi, questo è meno probabile durante l'inverno.
La sopravvivenza del fagiano di monte durante l'inverno dipende in gran parte dal risparmio energetico, che è fondamentale durante i mesi più freddi a causa delle temperature rigide e delle limitate risorse alimentari. L'uccello è particolarmente colpito dalla pratica di sport sulla neve da parte dell'uomo, come le racchette da neve e lo sci fuori pista, poiché non può compensare l'energia che perde quando lascia il suo igloo per sfuggire a un potenziale pericolo. Inoltre, le infrastrutture umane come gli impianti di risalita e le funivie possono causare collisioni fatali con queste creature. Molte popolazioni locali sono diminuite a causa dell'aumento della deforestazione per l'agricoltura; anche la frammentazione e la distruzione dell'habitat rappresentano una minaccia, così come la caccia eccessiva.
Altre letture:
Protection of the Black Grouse an emblematic bird of the Alps - Les Gets
Black grouse | The Wildlife Trusts
Tétras lyre - Lyrurus tetrix (oiseaux.net)
Il capriolo è un animale molto veloce e grazioso, ma discreto, quindi molto difficile da osservare, soprattutto perché si trova principalmente nella foresta. Come il cervo, con il quale viene spesso confuso, il capriolo ha corna che lascia cadere ogni autunno. Se fino a una ventina d'anni fa il Capriolo non era presente nemmeno nelle valli delle Hautes Alpes, oggi è ben radicato nell'area alpina, con una popolazione in costante aumento. Questo non significa però che sia esente da minacce. Hanno molti predatori e sono sensibili ai disturbi dell'uomo, soprattutto durante i mesi vulnerabili dell'inverno, quando il volo comporta un grande dispendio di energie preziose. In genere si possono sentire i richiami al crepuscolo.
I caprioli adulti sono sedentari nelle foreste alpine e di solito mantengono un territorio di 30-60 ettari per tutta la vita. Si possono trovare in aree di macchia (sughera, quercia), boschi di latifoglie, foreste di conifere e, per la maggior parte, in praterie alpine, prati e radure che possono essere coperte da arbusti e cespugli. Occupa molti habitat disponibili, tra cui talvolta anche aree agricole e spazi al di sopra del limite degli alberi, purché vi sia accesso a cibo e copertura.
Durante l'inverno, il capriolo sfoggia un lungo e ruvido mantello grigio, mentre in primavera si adatta a un mantello rosso-arancio. Nei mesi più freddi, quando sono generalmente più vulnerabili, i caprioli formano piccoli gruppi sciolti in inverno, a differenza del loro abituale stile di vita solidale. Le riserve di grasso invernali dei caprioli sono relativamente ridotte, quindi la principale fonte di energia invernale è un'alimentazione affidabile, anche se lo stomaco e l'intestino sono progettati per immagazzinare il cibo in modo più efficace in questo periodo. I cervi scelgono quindi i loro habitat invernali in base alla disponibilità di cibo e rimangono attivi nella ricerca di cibo, nonostante le temperature rigide. Il ruolo della copertura dell'habitat è particolarmente importante in inverno, quando la protezione delle riserve di grasso per l'energia è fondamentale.
I caprioli sono disturbati da ripetuti disturbi e si chiamano l'un l'altro, con un suono simile all'abbaiare di un cane. Il disturbo umano, soprattutto in inverno, ha molto a che fare con questo fenomeno, poiché allontana i caprioli e spreca preziose riserve energetiche per l'inverno. Anche i cani rappresentano una grave minaccia per i cerbiatti e non dovrebbero mai essere portati in habitat conosciuti. I cervi sono anche minacciati da numerosi predatori e sono soggetti a caccia. L'impoverimento ambientale e la frammentazione dell'habitat, causati dall'urbanizzazione umana, li confinano in isole di natura, limitandone lo sviluppo.
Altre letture:
Winter habitat use by red and roe deer in pine-dominated forest - ScienceDirect
Chevreuil - Hautes -Alpes (free.fr)
Chevreuil (Capreolus capreolus) (manimalworld.net)
Faune et chasse: le chevreuil - Fédérations des Chasseurs des Alpes-Maritimes (fdc06.fr)
Faune du Queyras et mammifères des Hautes Alpes (queyras-locations.fr)
From 2016 to 2018, the development of the initiative “Be Part of the Mountain” involved more than 60 experts and practitioners from 40 organisations in six Alpine countries. Thanks to all of you.
• Parc national du Mercantour
• Nationalpark Gesäuse
• Triglav Narodni Park